martedì 12 luglio 2011

Take me home, country roads

E' morto George McAnthony.
Ricordi George McAnthony?
Io me lo ricordo bene. E' tra i segni che mi ha lasciato il tempo: una musicassetta dalla copertina colorata. Ero una ragazzina con la passione per i cavalli e il mito del cow-boy. Lui sul palco, da solo con chitarra mandolino armonica batteria e chissacosaltro, un cappellaccio e un gilet con le frange, e tutte le strade dell'America rurale tra le sue corde.

E tu, te lo ricordi?
Eravamo più giovani, allora. George McAnthony era diventato un personaggio della nostra vita, il nostro amico invisibile. "Cosa si fa, domani?". "Domani niente, arriva George McAnthony e fa tutto lui". "C'è da cambiare una lampadina". "Non c'è problema, arriva George McAnthony e mentre la avvita ti suona Take me Home, Country Roads". "E prepara anche il caffè".
George McAnthony era ovunque. Le feste di paese non erano feste senza di lui. E c'era chi ballava, e c'erano le ragazzine che comperavano le musicassette e i cd, anno dopo anno, e George McAnthony cantava, sempre solo con tutte quelle cose meravigliose sul palco e tra le corde, e noi un po' si scherzava, un po' si ammirava quest'uomo che, tutto solo, era un intero complesso country, e che ancora ci credeva nel mito del cow-boy buono, quello che ha imparato la fratellanza dagli indiani e dai cavalli e che non spara più. One man band, si faceva chiamare.
Come se avesse dentro tutte le vite dei membri del suo complesso di un solo uomo, è morto a 45 anni.
E ora che manca, sai, capisco tutto quello che George McAnthony ha significato per me, per noi. Come tutti gli artisti inseguiva la frontiera: senza farsi fermare dalle strade polverose, dal vento infocato, dai miraggi, quest'uomo solo con dieci uomini dentro inseguiva la perfezione di un ideale. Che forse era la musica sconfinata come le praterie, che forse era la stessa fratellanza che solo la musica country può riscattare dal male dell'uomo bianco, che forse era il vivere d'arte, di sogni impalpabili come l'applauso del pubblico, come una line dance accennata sull'erba.
E' morto George McAnthony. Forse siamo i soli ad accorgerci di quest'improvvisa povertà del mondo, ora che non c'è George McAnthony a inseguire la frontiera per noi e a farci capire che i sogni li puoi realizzare.
Ieri sera ho suonato Take me home, country roads per lui. Come se fossi dieci persone che inseguono la frontiera.